Che cos’è
L’Osteoporosi (OP) è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, che induce un’aumentata fragilità, con un conseguente aumento del rischio di frattura.
Osteoporosi primitiva o secondaria
Questa patologia si può sviluppare in forma primitiva o secondaria.
La forma primitiva si verifica maggiormente nelle donne post-menopausa dovuta ad un calo di estrogeni , alterazione nell’ assorbimento del calcio e scarsa presenza di vitamina D; o negli anziani dovuta a invecchiamento e degenerazione ossea.
L’osteoporosi secondaria può essere una conseguenza di squilibri ormonali, neoplasie maligne, malattie gastrointestinali, alterazioni renali, periodi prolungati di immobilità, ,malnutrizione, disordini alimentari ed assunzione di farmaci che provocano rarefazione ossea.
Solitamente negli stadi di esordio della malattia, non si manifestano sintomi specifici e l’insorgenza può essere definita come asintomatica.
Le fratture o le microfratture, causate anche da traumi di entità trascurabile, sono la più diffusa manifestazione clinica della patologia e la più frequente complicanza.
Tutti i distretti scheletrici possono essere affetti dall’osteoporosi e interessati da eventi fratturativi. Tuttavia, le più comuni fratture da fragilità interessano la colonna vertebrale, il femore prossimale (collo) ed il polso.
Diagnosi
È possibile effettuare la diagnosi di osteoporosi sia attraverso la manifestazione di sintomi specifici, quali fratture e rachialgie, che però risultano spesso segni tardivi, sia tramite la rilevazione della BMD (Bone Mineral Density) mediante MOC, la quale consente di valutare la densità ossea sia delle ossa appendicolari che della colonna. Grazie a questa tecnica si è in grado di ottenere un valore, detto T score, che correla la densità ossea al rischio di frattura.
Categoria diagnostica | T-Score | Rischio di frattura (RR) |
Normale | > -1 | Basso |
Osteopenia | da -1 a -2,5 | Medio (2 – 5) |
Osteoporosi | < -2,5 | Alto (>5) |
Trattamento
Il trattamento dell’osteoporosi prevede un intervento di tipo multidisciplinare, in modo da ottenere risultati più efficaci e duraturi. In primo luogo è importante educare l’individuo sulla malattia da cui è affetto, sullo stile di vita e sul tipo di strategie motorie più adatte da seguire nella vita quotidiana per evitare atteggiamenti posturali rischiosi.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica è rivolta a fornire un rinforzo della struttura ossea mediante l’assunzione di derivati della vitamina D, calcitonina, terapia ormonale sostitutiva e bifosfonati. Questi ultimi sono i farmaci più utilizzati poiché agiscono come potenti inibitori del riassorbimento osseo e vengono utilizzati nel trattamento e nella prevenzione dell’osteoporosi e di altre patologie caratterizzate da un aumentato rimodellamento osseo.
Intervento riabilitativo
L’intervento riabilitativo personalizzato è costituito da esercizi terapeutici che hanno un’azione sul tessuto osseo :
- diretta, prevenendone la perdita e migliorandone il trofismo con sollecitazioni meccano-dinamiche
- indiretta, migliorando la mobilità articolare, la resistenza e la forza muscolare onde prevenire le cadute, correggere alterazioni posturali, contenere il dolore, aumentare l’equilibrio e la coordinazione.
Parecchi studi scientifici hanno evidenziato l’importanza dell’esercizio fisico terapeutico in rapporto all’azione di stimolazione meccanica e dinamica sull’osso: attività eseguite a carico naturale, nelle quali il peso corporeo grava sulle ossa, svolgono un efficace effetto stimolante sulla calcificazione, con successivo aumento della massa ossea.
I principali obiettivi della riabilitazione:
- contrasto della riduzione della densità ossea
- aumento di forza, resistenza e potenza muscolare
- incremento di equilibrio, coordinazione, mobilità articolare
- miglioramento della postura
- maggiore resistenza all’attività aerobica
Le raccomandazioni della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa) indicano che nei pazienti con osteoporosi la riabilitazione dev’essere iniziata precocemente per ridurre il rischio di nuove fratture, valutando periodicamente la densità minerale ossea ed il rischio di frattura a essa correlato. Per far si che il carico meccanico svolga la sua azione di stimolazione osteogenica esso deve applicato in attività dinamiche e non statiche, eseguito ad una certa velocità e con numerose ripetizioni, essere di breve durata e frequente, e rivolto alle parti corporee più interessate dalla patologia. Per quanto riguarda il tipo di esercizio, vi sono forti evidenze che l’esercizio aerobico riduca la perdita di densità minerale ossea al rachide e al polso e che gli esercizi di rinforzo muscolare producano un aumento sede-specifico, mantenuto a breve-medio termine. L’efficacia dell’esercizio fisico è sede-specifica, pertanto devono essere scelti esercizi che possano agire sui segmenti corporei di maggior interesse clinico. La riabilitazione prevede esercizi di rieducazione posturale fondamentale nel prevenire e correggere le deformità spinali, soprattutto l’ipercifosi, allo scopo di ridurre il dolore, qualora presente, di migliorare la mobilità soprattutto del rachide dorsale migliorando la capacità polmonare totale. Anche il Metodo Pilates agendo su forza, equilibrio, coordinazione può essere aggiunto o integrato ai tradizionali esercizi terapeutici.
La terapia pertanto si sviluppa mediante programmi di esercizi da poter svolgere anche in gruppo, tenendo sempre in considerazione le caratteristiche individuali e la singola valutazione del paziente. L’attività di gruppo può consentire in tal modo al paziente di convivere meglio con la sua patologia e di avere un maggiore supporto psicologico.
Ecco alcune tipologie di esercizi che possono essere proposti al paziente:
- Esercizi di rilassamento generale e presa di coscienza corporea.
- Ginnastica respiratoria (costale e diaframmatica).
- Educazione posturale ed ergonomica: esercizi di auto percezione e di autocorrezione delle posture scorrette (ad es. quelle ipercifotizzanti il rachide dorsale), minimizzare i carichi in flessione sul rachide, favorire le posture in estensione dorsale (ad es. consigliando i pazienti a trascorrere del tempo in posizione prona appoggiati o meno sui gomiti) per migliorare l’espansione della gabbia toracica.
- Esercizi di controllo dell’equilibrio e di coordinazione motoria:
- dinamici (coordinazione oculo-manuale ed occhio-piede, percorsi ad ostacoli);
- statici (in appoggio bipodalico e monopodalico);
- Esercizi di flessibilità muscolo tendinea: mirati ad es. a correggere una limitazione della mobilità articolare del cingolo scapolo-omerale o della caviglia, o ad allungare i muscoli pettorali per aumentare la capacità toracica.
- Esercizi di rinforzo muscolare (pesi, elastici): estensori del rachide, attivatori di spalla, gomito e polso, attivatori di anca, ginocchio e caviglia.
- Esercizi di stabilizzazione dinamica lombo-pelvica e scapolo-toracica.
- Trasferimenti di peso, training del passo.
- Training aerobico: condizionamento cardiovascolare (cyclette o bicicletta tradizionale, camminata veloce), attività fisiche generali.
L’esercizio fisico nei pazienti con osteoporosi, che venga prescritto per migliorare la densità minerale ossea oppure per ridurre il rischio di frattura, va dunque eseguito con costanza e dev’essere, comunque, parte di un programma di trattamento multidisciplinare che includa la terapia farmacologica nonché uno stile di vita e un’alimentazione appropriati.
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