L’osteoartrosi è una patologia a carattere cronico degenerativa ed è la più comune patologia articolare, caratterizzata da distruzione e potenziale perdita della cartilagine articolare insieme ad altre alterazioni articolari, tra cui l’ipertrofia ossea( osteofiti ).
Si distinguono due forme:
L’osteoartrosi primaria è una lieve osteoartrosi che compare in soggetti giovani ed è suddivisa in base alla sede del coinvolgimento e se colpisce più articolazioni è classificata come osteoartrosi primaria generalizzata.
L’osteoartrosi secondaria deriva da condizioni che modificano il microambiente della cartilagine. Queste condizioni comprendono traumi significativi, anomalie articolari congenite, difetti metabolici (p. es., emocromatosi, malattia di Wilson), infezioni (che causano artrite post infettiva), malattie endocrine, neuropatiche e disturbi che alterano la normale struttura e funzione della cartilagine ialina (p. es., artrite reumatoide, gotta, condrocalcinosi).
–Cause e fattori di rischio
Numerosi sono i fattori che si associano e possono condizionare lo sviluppo dell’artrosi, in particolare :
-età: le modificazioni della cartilagine senile comportano una perdita di elasticità e resistenza alle sollecitazioni e favoriscono l’azione lesiva di altri fattori.
il sesso in alcune sedi, come ginocchio e mani, è più frequente nelle femmine che nei maschi
fattori meccanici: molto rilevanti per l’equilibrio articolare. Le malformazioni o le mal posizioni articolari sono soprattutto importanti nell’artrosi del ginocchio. Le attività professionali e sportive sono state viste essere probabilmente responsabili nell’insorgenza della malattia. I microtraumi continuati, conseguenti a malformazioni articolari, così come i traumi ripetuti, che occorrono in particolari attività occupazionali o attività sportiva agonistica (calcio, tennis, tuffi), possono avere un ruolo critico nella genesi di alcune forme di artrosi.
Fattori genetici hanno un ruolo nell’artrosi nodulare della mano (che predilige soggetti di sesso femminile della stessa famiglia), nella gonartrosi e spondiloartrosi (più frequenti nei gemelli mono e dizigoti). Ereditarietà:
alcune malattie ereditarie come l’emocromatosi, la sindrome di Ehlers-Danlos e la sindrome di Marfan, compromettono il metabolismo e/o la funzione articolare e possono generare alcuni tipi di artrosi secondaria.
–Obesità e malattie del sistema endocrino: l’obesità è senza alcun dubbio il più rilevante fattore di rischio per lo sviluppo dell’artrosi del ginocchio in entrambi i sessi. Invece, qualche dubbio resta sul suo ruolo nel determinare quella dell’anca, della quale influenza però il tipo di evoluzione, aggravandola. Anche alcune alterazioni del sistema endocrino, come il diabete mellito e la gotta, indipendentemente dall’obesità, sono state chiamate in causa come possibili fattori di rischio.
I Sintomi
-L’esordio è in genere subdolo e graduale con interessamento di una o alcune articolazioni. Il dolore è il sintomo più precoce, si aggrava con il movimento e viene attenuato dal riposo. E’ presente rigidità articolare che è maggiore al risveglio o dopo inattività. E’ in ogni modo di breve durata (5-10 min.) e non supera mai i 30 minuti (differentemente dall’Artrite Reumatoide). Con il progredire della malattia la motilità articolare diminuisce, si verificano contratture muscolari in flessione e si avvertono crepitii e scrosci dovuti ad irregolarità delle superfici articolari.
La malattia può complicarsi con un versamento articolare che può causare il classico gonfiore dell’articolazione con conseguente ulteriore riduzione del movimento.
La diagnosi
–La diagnosi viene effettuata generalmente sulla base dei segni e dei sintomi clinici e dell’esame radiologico tradizionale. Tipiche nell’osteoartrosi sono le alterazioni evidenziabili con le radiografie. All’esordio non si riscontra alcuna alterazione, ma con il progredire della malattia si notano la riduzione dello spazio articolare, la sclerosi dell’osso subcondrale nelle zone sottoposte al carico, geodi e osteofiti ai margini delle articolazioni o nel punto di inserzione dei tendini. Non sempre il grado di alterazione dimostrabile radiologicamente è correlato all’entità dei sintomi. È’ utile effettuare un esame del sangue per escludere altre cause di artrite (gotta, AR).
I trattamenti
-Tra i trattamenti dell’osteoartrosi, oltre alla terapia farmacologica con l’utilizzo di farmaci antinfiammatori antidolorifici (sia per via orale che per infiltrazioni intrarticolari), fisioterapica, infiltrazioni di acido ialuronico si può ricorrere all’ossigeno ozonoterapia e alla fangobalneoterapia termale.
L’ozonoterapia
La terapia con ossigeno ozono, che consiste in infiltrazioni intrarticolari di tale miscela, è efficace nel trattamento della cartilagine articolare danneggiata nell’osteoartrosi, perchè inibisce l’ambiente infiammatorio che danneggia la matrice cartilaginea e induce l’apoptosi dei condrociti.
All’ozonoterapia è possibile associare le cure termali di fango bagno terapia che stimolano un’ipertermia sia superficiale che profonda arrivando fino ai tessuti periarticolari, capsulari e legamentosi. La vasodilatazione che ne consegue e che coinvolge quindi gli strati muscolari e para articolari favorisce un aumento della velocità del circolo sanguigno allontanando i mediatori dell’infiammazione. I fanghi con le loro alte temperature causano una reazione da stress limitata al periodo di contatto con la fonte di calore fornendo quindi un’immediata sensazione di benessere e di riduzione del dolore.
La fangoterapia con acqua sulfurea
La fangoterapia con acqua sulfurea utilizza un meccanismo d’azione che attua benefici su un triplice livello:
Sul piano fisico: l’azione termica del fango applicato a 45-47°C favorisce la vasodilatazione e, di conseguenza, una migliore circolazione sanguigna in tutto l’organismo e quindi anche a livello articolare.
Sul piano chimico: l’azione è propria dei sali minerali di cui si arricchisce il fango grazie all’acqua termale in cui viene fatto maturare. Il fango di Terme di Sirmione, in particolare, si caratterizza per la marcata presenza di zolfo, che agisce in maniera diretta sui tessuti delle articolazioni, rallentando la degenerazione cartilaginea e migliorandone la funzionalità.
Sul piano microbiologico: l’azione di un procariota specifico, il Cianobatterio Aponinum, contribuisce a rendere i fanghi di Terme di Sirmione , in particolare, si caratterizza per la marcata presenza di zolfo, che agisce in maniera diretta sui tessuti delle articolazioni, rallentando la degenerazione cartilaginea e migliorandone la funzionalità e di stronzio che aiuta il fissaggio del calcio.
La balneoterapia con acqua sulfurea.
Se la terapia prevede anche la balneoterapia, viene poi fatto immergere nella vasca di acqua termale, che ha una temperatura standard di 37° e una durata di 10’, salvo diverse indicazioni del medico. La balneoterapia da sola ha una durata di 20’.
Il Servizio Sanitario Nazionale riconosce 1 ciclo di 12 sedute di fangoterapia (con o senza bagno) in 12 giorni in un anno. Per usufruire di tali cure convenzionate è necessario che il proprio medico di base riporti sulla ricetta rossa “ ciclo di fanghi e bagni terapeutici” con diagnosi “osteoartrosi e altre forme degenerative”.
Prima di procedere alle cure viene effettuata presso la stabilimento Virgilio una visita di ammissione da parte dei nostri medici. La visita deve essere prenotata anzitempo.
Per maggiori info visita il sito o chiama lo 0309904923 per prenotare.