Dai 60 anni in avanti l’attività fisica, se affrontata con buon senso, ovvero senza eccedere né per durata né per intensità, è un vero e proprio elisir di lunga (e migliore) vita. Il professor Enrico Agabiti Rosei risponde ai dubbi più comuni sull’argomento
È ormai certo: fare movimento è una delle regole base per mantenersi in buona salute. Eppure le persone tendono a condurre una vita sedentaria, perché accade?
A differenza di quanto accadeva in un lontano passato, oggi si consumano pochissime calorie proprio perché mancano le occasioni per poterlo fare. Basta pensare al cibo: oggi si va ad acquistarlo nel negozio sotto casa, in epoche remote per procurarselo ci si doveva muovere per cacciare. Le automobili, i mezzi pubblici e i macchinari industriali hanno ridotto o addirittura eliminato la necessità di disperdere energie per affrontare la vita quotidiana. Nei paesi occidentali circa il 70 per cento della popolazione non ha un livello di attività fisica sufficiente a mantenere uno stato di salute e un peso ottimale.
Anche per gli ultrasessantenni è importante l’attività fisica?
Nelle fasi della vita più avanzate l’inattività diviene ancora più marcata sia per mancanza di occasioni sociali sia per la comparsa di problemi di salute, come per esempio l’artrosi, che inducono a condurre una vita via via più sedentaria. Da qui nasce un circolo vizioso difficile da spezzare: meno movimento si fa più le condizioni di salute peggiorano, più peggiorano le condizioni di salute meno ci si muove. I risultati di un’analisi epidemiologica su ampia scala, effettuata in soggetti ultrasessantenni residenti negli Stati Unii hanno confermato di recente la stretta relazione fra ridotta attività fisica, obesità e disabilità.
Può elencare i benefici dell’attività fisica nelle terza e quarta età?
L’attività fisica rallenta i processi di invecchiamento fisico, in particolare di ossa e cartilagini, migliora l’efficienza del cuore, mantiene attiva la circolazione del sangue, combatte l’ipertensione. Previene l’osteoporosi, attenua l’eventuale dolore legato all’artrosi, aumenta la forza muscolare e la stabilità articolare, migliora la coordinazione e l’equilibrio, riducendo il rischio di cadute accidentali. Ha effetti metabolici positivi, in particolare per quanto riguarda la regolazione dei livelli di grassi e zuccheri: per esempio, aumenta il colesterolo buono e abbassa la glicemia. Svolge, inoltre, un’azione altamente benefica sul tono dell’umore, ponendosi come il mezzo più naturale per prevenire la depressione.
Che attività fisica è particolarmente consigliata?
L’ideale sono le attività fisiche che non impongono grandi sforzi come la camminata a passo sostenuto, la cyclette, gli esercizi di ginnastica dolce, il nuoto. Anche il ballo è raccomandabile, soprattutto perché può risultare più divertente e quindi più gradevole.
Con che frequenza bisognerebbe dedicarsi all’attività fisica per poter contare sui suoi effetti positivi?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per le persone con più di 65 anni 150 minuti di attività fisica di intensità moderata alla settimana. Oppure, 75 minuti alla settimana di attività fisica intensa. Per ottenere il massimo beneficio, l’OMS sottolinea che è necessario arrivare a 300 minuti alla settimana in caso di attività fisica moderata oppure a 150 minuti alla settimana in caso di attività
fisica intensa. Fermo resta che il tipo di attività fisica deve comunque essere commisurato alle condizioni di salute di chi la svolge.
Le 3 regole d’oro della buona camminata
Camminare è tra le attività fisiche più consigliate nell’età adulta e quindi, anche dopo i 60 anni. Ecco le regole per ottenere il massimo dei benefici.
Per regolarsi sulla corretta velocità è d’aiuto il “metodo di Van Aacken”, che dice di camminare alla velocità più sostenuta che non provochi difficoltà di respirazione se si canta o si chiacchiera.
Usare scarpe confortevoli per il piede (giuste come numero, non con suola completamente piatta) e in grado di ammortizzare bene l’impatto con il terreno.
Mantenere una postura corretta. Testa in linea con il busto, schiena e spalle diritte. In salita e in discesa compiere passi corti, in pianura passi lunghi.
Da sapere
Già Ippocrate vissuto tra il 460 e il 377 a.C., sottolineava l’importanza del movimento, affermando che “Solo nutrirsi non mantiene l’uomo in salute. Egli deve anche compiere esercizio fisico”. Oggi l’intuizione del più grande medico del passato è stata confermata da innumerevoli studi condotti con il rigore della scienza.
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