Inquinamento e freddo, un binomio in generale stressante per la salute della pelle, ma particolarmente difficile per quella soggetta a dermatite atopica.
Ritenuta da sempre prevalente e caratteristica dell’infanzia – 15/20% dei bambini ne soffrono – risulta oggi molto frequente anche negli adulti. Dati recenti dimostrano, infatti, che è in aumento con l’età. La prevalenza negli adulti risulta superiore al 5% ma il dato è verosimilmente sottostimato poiché i casi più lievi non risultano documentati e un’autodiagnosi porta ad affidarsi a farmaci da banco. È sempre più evidente che la dermatite atopica ha un impatto significativo sulla qualità della vita dal punto di vista emotivo oltre che fisico, ma nonostante questo in molti casi non viene trattata.
Il sintomo principale è il prurito, dovuto ad alterazioni della barriera epidermica e un’alterata risposta infiammatoria, entrambe con un’importante impronta genetica. Poi ci sono fattori di rischio ambientali noti, tra cui l’uso di un’acqua dura (calcarea), che disidrata la pelle e richiede una quantità maggiore di detergente, peggiorando il problema, vivere in ambienti troppo secchi o troppo umidi, essere esposti all’inquinamento.
“La dermatite atopica interferisce con lo studio, con la concentrazione, con il sonno, oltre ad avere ripercussioni sull’aspetto psicologico – sottolinea Giampiero Girolomoni, Direttore Clinica Dermatologica Università di Verona. “È risaputo che la dermatite atopica rappresenta la prima tappa della marcia atopica, cioè quella consecuzione di malattie di cui la dermatite è la prima a manifestarsi. Non è una malattia allergica ma predispone alle allergie. Curarla vuol dire quindi ridurre le probabilità che si sviluppino asma e rino-congiuntivite”.
“In questo contesto la cura termale è una terapia molto interessante poiché è priva di effetti collaterali. E’ una cura naturale, semplice. Non prevede l’impiego di farmaci”, prosegue il prof. Girolomoni. “Le acque termali non sono tutte uguali. Quelle indicate per la cura della dermatite atopica devono avere un insieme di proprietà tra cui essere anti-infiammatoria. Da questo punto di vista le acque sulfuree sono quelle specifiche, come già lungamente dimostrato per le patologie infiammatorie respiratorie”.
Carlo Sturani, Direttore Scientifico di Terme di Sirmione, spiega: “La presenza di idrogeno solforato nell’acqua di Terme di Sirmione contribuisce ad aumentare l’azione antinfiammatoria e antiossidante. Lo zolfo, inoltre, svolge un’azione anti-seborroica, esfoliante, anti-micotica e anti-batterica naturale che rende l’acqua termale di Sirmione indicata anche nelle pelli grasse e soggette ad acne.”
Le azioni benefiche dell’acqua sulfurea salsobromoiodica vengono massimizzate nella balneoterapia. A questa può essere associata la fototerapia con raggi ultravioletti a banda stretta. Sotto la guida dell’equipe dermatologica, i protocolli di terapia termale, con finalità preventiva delle riacutizzazioni della malattia, prevedono due cicli all’anno. I benefici sono evidenti soprattutto sulla sintomatologia: riduzione del prurito e delle chiazze eritemato-desquamative grazie all’azione lenitiva ed eutrofizzante e normalizzatrice della pelle.
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